L’ asparago selvatico

Cosa fa pensare a tutti la festività del Lunedì in Albis, o, più semplicemente, Pasquetta? Il mio ricordo va a scampagnate fuori porta,corse con i cugini, l’occasione per scoprire ogni anno i primi segni della primavera, prati chiazzati da margherite in fiore, il profumo dell’erba ma anche l’occasione per conoscere piante selvatiche come l’asparago.

L’asparago è nativo dell’area mediterranea ma ormai, nella forma coltivata è presente in tutto il mondo.È povero di calorie e carboidrati ma, ricco in proteine.

Inoltre è una buona fonte di riboflavina, vitamina C e acido folico.

Spesso è usato nel trattamento dell’artrite e dei reumatismi e come diuretico.

L’asparago, sia quello coltivato ma ancora di più quello selvatico, è conosciuto da secoli come una pianta officinale. Ciò che è scientificamente provato è che l’asparago ha un forte potere diuretico favorendo la filtrazione del sangue ad opera dei reni.

Esso contiene dei composti chimici dette saponine (la protodioscina e la protodiogenina) riconosciute scientificamente per avere un forte potere inibente nella proliferazione nelle cellule tumorali del colon.

Nell’asparago selvatico la concentrazione di queste molecole benefiche è superiore fino a dieci volte rispetto all’asparago coltivato.

Quando scegliete gli asparagi fate attenzione che siano ben sodi e freschi e con le punte ben chiuse; più il gambo è verde maggiore è la concentrazione di sostanze nutritive.

Pulite l’asparago eliminando la parte dura, piegate lo stelo, esso si romperà dove la parte dura e la parte tenera si incontrano.

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